Il gioco d’azzardo è da sempre una delle principali passioni dell’uomo. Per dare un’idea di quanto questo tipo di divertimento sia risalente nel tempo, basti pensare che già nell’Antica Roma gli uomini utilizzavano gli scudi da combattimento come cilindro per la roulette (o, meglio, per il suo prototipo!). Ma i governi dei vari Stati si sono posti, nei secoli, in maniera molto diversa nei confronti di quest’attività.
A seconda del periodo storico e del regime politico, il gioco d’azzardo è stato visto come un nemico da combattere perché pericoloso per le tasche dei cittadini; in altri casi è stato invece accolto con un certo favore, sia perché considerato un fenomeno “irrefrenabile”, sia perché fonte di entrate per lo Stato, di non lieve entità.
In Italia giocare online è divenuto legale nel 2011, non senza accese diatribe sul se e sul come. Nel nostro Bel Paese possono quindi operare sia portali italiani che stranieri, a condizione che abbiano ricevuto l’autorizzazione dall’ente competente, ovvero l’ADM (precedentemente era l’AAMS). Ma nel resto del mondo, come viene regolamentato il gioco virtuale?
Giocare online all’estero
Per capire se dobbiamo considerarci un Paese permissivo o meno, dobbiamo dare un’occhiata al resto del mondo.
Ci sono dei Paesi che hanno fatto da apripista, nel senso di aver adottato in anticipo una legislazione sul gioco d’azzardo online che stabilisce termini e condizioni affinché possa essere considerato legale. Malta è uno di questi anzi, e casinò che fanno fatica a ottenere un riconoscimento nel loro Paese di residenza si rivolgono alla Commissione sul gioco d’azzardo (GLA) per ottenere un riconoscimento valido in tutto il mondo.
Alcuni Stati, come la Svizzera, possono sorprenderci invece per il fatto di essere stati meno entusiasti del gioco online. I nostri vicini elvetici hanno sul loro territorio ben 22 case da gioco terrestri, ma solo nel 2017 il governo elvetico ha deciso di aprire i cancelli al gioco virtuale. Inutile dire che la normativa svizzera è votata a precisione e sicurezza estreme, che si fanno apprezzare.
Il Regno Unito ha dimostrato anche in questo settore tutto il suo senso pratico: il gioco online è legale e perfettamente regolamentato già dal 2014. La procedura per ottenere l’autorizzazione da parte della UK Gambling Commission è tra le più severe al mondo, ma una volta ottenuta, dà accesso a uno dei mercati più interessanti. Tra l’altro, i redditi provenienti dalle vincite sono tra i meno soggetti a imposizione fiscale rispetto al resto del mondo.
Sempre a proposito di severità, l’Islanda accorda l’autorizzazione al solo 7% degli operatori che ne fanno richiesta, ma la legislazione rimane comunque tra le più permissive.
Al di là delle piccole variazioni che possono sussistere tra uno Stato e l’altro, rimane un macro-gruppo di Paesi in cui il gioco online è severamente vietato, ed eventuali trasgressioni sono punite anche con il carcere: parliamo dei governi in cui vige la Sharia, oltre a Stati come Giappone e Corea del Nord.
Beh, rispetto a quest’ultima situazione, possiamo dire che tutto sommato non possiamo lamentarci!